Lavoro

Lavoro, il datore può ridurre le ore di riposo e poi farle recuperare in seguito? "La Corte di Cassazione parla chiaro"

Un noto avvocato italiano ha rivelato se è possibile, per il datore di lavoro, ridurre le ore di riposo dei suoi dipendenti, per poi recuperarle dopo. Ecco la risposta.

Un contratto di lavoro subordinato, per essere considerato a tempo pieno, prevede, solitamente, 40 ore di lavoro settimanali. Queste possono essere divise in cinque o in sei giorni, con almeno una giornata di riposo a settimana. Il contratto di lavoro pubblico, invece, spesso prevede le 36 ore settimanali, e anche questo viene considerato a tempo pieno. Sotto le 36 ore settimanali, invece, di solito si parla di tempo parziale o part-time.

Il contratto di lavoro a tempo pieno prevede diverse regole, che non possono essere modificate. Regole utili a tutelare il lavoratore dallo sfruttamento, e a garantire che l'equilibrio tra lavoro e vita privata non sia precario. Una di queste, come abbiamo detto, è la previsione di almeno un giorno di pausa ogni settimana. Con un giorno si intendono, ovviamente, 24 ore di pausa: ogni settimana, infatti, un lavoratore deve poter riposare per almeno 24 ore, staccando completamente la testa dal lavoro.

Il datore di lavoro può ridurre le ore di riposo tra un turno e l'altro e poi farle recuperare in seguito? Ecco la risposta del noto avvocato

Tra un turno giornaliero e l'altro, poi, ci devono essere, ovviamente, delle ore di riposo. Per poter affrontare ogni giornata lavorativa in maniera appropriata, effettivamente, il lavoratore deve avere avuto delle ore di riposo a disposizione. Il minimo delle ore di riposo è di 11 ore. Un noto avvocato italiano, l'avvocato Roberto Amati, ha posto una domanda interessante, rifacendosi a un caso affrontato dalla Corte di Cassazione. È possibile, per il datore di lavoro, ridurre le ore di riposo da un giorno all'altro, e poi farle recuperare successivamente al lavoratore?

Ebbene, la risposta è, in ogni caso, no. Nonostante il datore prometta di far recuperare le ore di riposo perse, magari prevedendo un giorno di riposo in aggiunta, questa politica di fruizione dei riposi 'spostati in avanti' non è legittima. Secondo quanto spiega l'avvocato Amati, infatti, il riposo del lavoratore non può essere differito in un periodo successivo. In particolare, continua l'esperto, la Corte di Cassazione ha preso in esame un caso in cui un lavoratore, dal 2003 al 2008, non aveva potuto godere di alcuni riposi compensativi da un giorno all'altro. Sia la Corte d'Appello, che poi anche la Corte di Cassazione, hanno sanzionato il datore di lavoro, obbligandolo a risarcire i danni psicofisici dovuti dall'assenza di un riposo sufficiente tra un turno lavorativo e l'altro. Quindi, non solo non è possibile farlo, ma i datori potrebbero anche essere tenuti a risarcire i danni ai lavoratori.

Un lavoratore si prende una pausa, dopo aver terminato di lavorare.