Multe, sentenza storica della Corte di Cassazione: perché da ora contestarle sarà meno problematico

Grazie a una recente sentenza della Corte di Cassazione, adesso sarà meno problematico contestare le multe, perché potranno essere chiamati come testimoni anche altri soggetti: un noto avvocato ha spiegato in che modo e in che senso.

La multa è una sanzione di tipo pecuniario, inflitta per un'infrazione alla legge. Nel linguaggio giuridico ufficiale italiano, in realtà, con la parola 'multa' si intende la sanzione pecuniaria penale, seguita alla commissione di un reato. Solitamente, però, questa parola viene utilizzata per intendere qualsiasi sanzione pecuniaria inflitta per una violazione di un qualsiasi codice giuridico, che sia penale o amministrativo. C'è da dire, altresì, che, spesso, le multe vengono associate alla violazione del Codice della Strada.

Le multe vengono inflitte dalle autorità di controllo, che si accertano della presenza della violazione del Codice. Solitamente, sono i vigili urbani e i poliziotti a occuparsi di questi procedimenti: quando si accorgono, durante il loro servizio in strada, della presenza di una violazione del Codice della Strada, possono infliggere la multa corrispondente alla violazione stessa. Tutti, però, sono esseri umani, e anche i vigili urbani possono sbagliare. Per questo motivo, i conducenti che hanno ricevuto una multa, ritenuta sbagliata, possono contestarla in due modi.

Multe, arriva una sentenza storica della Corte di Cassazione: anche i coniugi potranno essere scelti come testimoni

Il conducente può, infatti, fare ricorso al Giudice di Pace, entro 30 giorni dalla notifica della multa, oppure al prefetto, entro 60 giorni da quest'ultima. In alcuni casi, chi fa ricorso contro le multe inflitte dalla Polizia, può servirsi di un testimone che avvalori la propria versione dei fatti. Recentemente, proprio a proposito di questo argomento, la Corte di Cassazione ha pronunciato una sentenza decisamente importante, e che può rendere meno problematico contestare le multe. Ne ha parlato recentemente Angelo Greco, noto avvocato italiano, sulle sue pagine social.

 

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In particolare, Angelo Greco ha spiegato che la Corte di Cassazione, attraverso una sentenza, ha ritenuto possibile, per le persone che contestano le multe, chiedere una testimonianza da parte dei loro parenti o dei loro coniugi. L'avvocato ha fatto diversi esempi, tra cui il caso in cui una persona ha ricevuto una multa per guida con il cellulare, ma il poliziotto che l'ha inflitta non si è accorto che, in realtà, la persona non stava guidando con il cellulare, e ha commesso un errore. Le dichiarazioni di un poliziotto, spiega Greco, hanno un valore maggiore delle proprie, dato che si tratta di un Pubblico Ufficiale, ma questo non toglie che si possa contestare. Il procedimento con cui si contestano queste norme è la querela di falso, e avere dei testimoni che possano confermare la versione del conducente può, sicuramente, aiutare.

Corte di Cassazione multa sentenza
Giudice pronuncia la sua sentenza.

Perché la sentenza rende meno problematica la contestazione delle multe

La Corte di Cassazione ha, dunque, recentemente, previsto che anche i coniugi e i parenti possano essere chiamati come testimoni. Questo, infatti, non dà luogo a conflitto di interesse, nonostante il rapporto di parentela. Questa decisione rende più agevole e meno problematico procedere con la querela di falso. Questo, in particolare, per chi può contare solo sulla testimonianza di parenti o coniugi, perché non aveva altre persone accanto a lui. Quest'ultimo, quindi, non dovrà per forza cercare una persona estranea al fatto, e presente nel momento in cui il vigile ha inflitto la multa. Cosa che, del resto, sarebbe molto difficile, e renderebbe decisamente problematica la contestazione delle multe, in assenza di prove ulteriori.

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